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Come preservare il legno nel tempo con vernici indoor ed outdoor

Il legno è un materiale versatile e durevole avente una lunga storia di utilizzo in molte applicazioni, dall’edilizia all’arredamento, dalla costruzione di navi alla produzione di strumenti musicali. Questo materiale naturale è suscettibile agli agenti atmosferici e all’usura, ma come preservare il legno nel tempo? Possono essere utilizzate diverse vernici indoor ed outdoor, scopriamo di più nell’articolo. 

Come preservare il legno con vernici e trattamenti indoor ed outdoor

Indipendentemente dal tipo di vernice o trattamento utilizzato, è essenziale mantenere la superficie del legno nel tempo. Ispezionare regolarmente per verificare se è necessaria una riparazione o un ritocco. Pulire e riapplicare i trattamenti quando necessario per garantire la durabilità e la bellezza a lungo termine del legno.

Vediamo quali sono i trattamenti sia per interni che per esterni.

Vernici a base d’acqua per interni

Le vernici a base d’acqua sono una scelta diffusa per i progetti di finitura interna. Queste vernici non emanano cattivo odore, sono facili da pulire ed offrono una vasta gamma di opzioni di colore. Quando si lavora con legno pregiato o si desiderano evidenziare le caratteristiche naturali del legno, le vernici a base d’acqua sono ideali.

Assicurati di preparare adeguatamente la superficie del legno prima dell’applicazione in modo tale da ottenere risultati ottimali.

Oli per interni

Gli oli penetranti, come l’olio di tung o l’olio di lino, sono un’altra opzione per i progetti di finitura interna. Questi oli penetrano nelle fibre del legno, enfatizzando la sua bellezza naturale e conferendo una finitura morbida e setosa.

Gli oli per interni proteggono il legno dalla secchezza e dall’usura, ma potrebbero richiedere manutenzione periodica.

Laccature per interni

Le laccature offrono una finitura liscia e durevole per il legno interno. Queste vernici a base di solvente creano uno strato protettivo che resiste ai graffi e alle macchie.

La laccatura è spesso usata su mobili, porte e pannelli decorativi per interni.

Vernici e trattamenti a base di olio per esterni

Il legno esterno è esposto agli agenti atmosferici, come sole, pioggia e neve. Essi possono causare deterioramento nel tempo.

Le vernici ed i trattamenti a base di olio sono progettati per proteggere il legno all’aperto. Questi prodotti creano uno strato protettivo che respinge l’umidità e protegge il legno dai raggi UV. È importante applicare questi trattamenti regolari per mantenere la protezione nel tempo.

Vernici a base d’acqua per esterni

Le vernici a base d’acqua per esterni offrono una buona resistenza agli agenti atmosferici e sono una scelta ecologica. Forniscono una finitura durevole e resistente ai raggi UV.

Assicurati di scegliere vernici appositamente progettate per utilizzi esterni.

Macchie e sigillanti per esterni

Gli strati di finitura trasparenti o semitrasparenti, non come “macchia” o sigillanti, sono una scelta eccellente per esaltare la bellezza naturale del legno all’esterno. Proteggono il legno dagli elementi senza coprire completamente la sua grana. Questi prodotti possono essere usati su terrazze, recinzioni, mobili da giardino e molto altro.

Manutenzione periodica del legno: quali vantaggi offre?

La manutenzione periodica del legno è di fondamentale importanza per preservarne la bellezza e la durabilità nel tempo. Offre i seguenti vantaggi:

  • Il legno è suscettibile agli agenti atmosferici come pioggia, sole, neve e protezione umidità. Senza una manutenzione adeguata, il legno può danneggiarsi, marcire o deformarsi a causa dell’esposizione continua agli elementi.

 

  • Il legno subisce l’usura a causa dell’uso quotidiano, dei graffi e dell’attrito. La manutenzione periodica può aiutare a prevenire l’usura e mantenere il legno in condizioni ottimali.

 

  • La manutenzione regolare del legno può donare nuovamente vita a mobili, pavimenti, recinzioni e altre superfici in legno. Questo migliora notevolmente l’aspetto delle superfici in legno, rendendole più attraenti e piacevoli.

 

  • La manutenzione periodica contribuisce a prolungare la vita utile del legno. Riduce la probabilità di danni permanenti e mantiene il legno in condizioni ottimali, evitando la necessità di costose riparazioni o sostituzioni.

 

  • La manutenzione preventiva è generalmente meno costosa della riparazione o della sostituzione di superfici in legno danneggiato. Investire nella manutenzione periodica del legno può aiutare a risparmiare denaro a lungo termine.

 

  • La manutenzione periodica aiuta a preservare le caratteristiche estetiche uniche del legno, come la grana e il colore. Questo è particolarmente importante quando si lavora con legno di pregio.

 

  • La manutenzione del legno può migliorare le prestazioni delle superfici in legno, ad esempio, rendendo più scorrevoli le porte e le finestre, garantendo un pavimento sicuro e riducendo il rischio di scheggiature o rotture.

La manutenzione periodica del legno è una pratica essenziale per garantire che il legno mantenga la sua bellezza, la durabilità e la funzionalità nel tempo.

Per ogni applicazione, che si tratti di mobili, pavimenti, strutture esterne o interni, investire tempo ed energia nella manutenzione periodica è un modo intelligente per preservare questo materiale versatile.

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Stufe a pellet: manutenzione ordinaria per un funzionamento efficace

Le stufe a pellet sono una soluzione sempre più diffusa per il riscaldamento domestico in inverno. Sono efficienti, ecologiche ed economiche, ma per garantire il loro funzionamento ottimale nel corso del tempo, è fondamentale eseguire una manutenzione ordinaria regolare, ma come fare la manutenzione alla stufa a pellet?

La manutenzione regolare delle stufe a pellet è un passo essenziale per garantire il loro funzionamento efficiente e sicuro. La manutenzione ordinaria delle stufe a pellet non solo migliora le prestazioni ma assicura anche la sicurezza dell’ambiente domestico.

In questa guida, esploreremo i dettagli della pulizia e della cura delle stufe a pellet per mantenerle al massimo delle prestazioni. Scoprirai come prenderti cura del braciere, del bruciatore, del vetro e molto altro per assicurarti che la tua stufa continui a riscaldare la tua casa in modo efficiente.

Guida alla manutenzione ordinaria delle stufe a pellet

La manutenzione ordinaria delle stufe a pellet è fondamentale affinché la stessa resti in perfette condizioni. Per effettuare una manutenzione ordinaria è necessario seguire i passaggi indicati successivamente.

Pulizia del braciere e del bruciatore

Uno dei passi fondamentali nella manutenzione delle stufe a pellet è la pulizia regolare del braciere e del bruciatore.

Il braciere è la parte in cui il pellet si accumula e brucia, mentre il bruciatore è responsabile della combustione.

Prima di iniziare qualsiasi lavoro di pulizia, assicurati che la stufa sia spenta e raffreddata.

Rimozione delle ceneri accumulate

La rimozione delle ceneri accumulate è un passo critico nella manutenzione della tua stufa a pellet. Questo compito può essere eseguito con precisione e facilità utilizzando un aspirapolvere. Mentre alcuni modelli di stufe a pellet sono dotati di sistemi di pulizia automatica, la rimozione manuale delle ceneri è comunque importante per garantire prestazioni ottimali.

Quando rimuovi le ceneri, fai attenzione a farlo delicatamente. Le ceneri possono contenere residui caldi, quindi assicurati che la stufa sia completamente spenta e raffreddata per evitare rischi di scottature o danni. L’uso dell’aspirapolvere con una spazzola a setole morbide o un accessorio specifico per le ceneri ti aiuterà a raccogliere in modo efficiente i residui, mantenendo pulita la camera di combustione.

La regolare rimozione delle ceneri non solo migliora l’efficienza della combustione ma contribuisce anche a prevenire accumuli e blocchi che potrebbero compromettere il funzionamento della stufa. Mantenere questa parte fondamentale del processo di riscaldamento della tua casa pulita è un passo fondamentale per garantire il funzionamento corretto della tua stufa.

Spazzolare il bruciatore

Utilizzare una spazzola morbida per rimuovere le eventuali incrostazioni o residui di pellet dal bruciatore. Assicurati di farlo con cautela per non danneggiare i componenti.

Pulizia della canna fumaria e del ventilatore

La pulizia della canna fumaria è essenziale per garantire una buona evacuazione dei fumi ed un funzionamento sicuro.

Anche il ventilatore, responsabile della distribuzione dell’aria calda, richiede particolare attenzione.

Controllo periodico della canna fumaria

Il controllo della canna fumaria va fatto per assicurarsi che non ci siano ostruzioni o depositi di fuliggine.

In caso di accumulo eccessivo, è necessario  consultare un professionista per una pulizia completa.

Pulizia del ventilatore e delle pale

La pulizia del ventilatore e delle pale va fatta usando un panno asciutto o una spazzola a setole morbide per rimuovere così la polvere e lo sporco accumulato.

Controllo delle Guarnizioni

Le guarnizioni intorno alla porta ed alla camera di combustione sono importanti per evitare perdite di calore e garantire che la stufa funzioni in modo efficiente. Controllarle periodicamente e sostituirle se sono danneggiate o usurate.

Verifica dei Componenti Elettrici

Controlla i componenti elettrici, come i cavi ei connettori, per assicurarti che siano in buone condizioni. Verifica anche i sensori ed i termostati, assicurandoti che siano calibrati correttamente.

Lubrificazione delle parti mobili

Alcune stufe a pellet hanno parti mobili, come le viti senza. Puoi lubrificarle secondo le raccomandazioni del produttore al fine di garantire un funzionamento fluido.

L’importanza della manutenzione ordinaria di una stufa a pellet

Una stufa a pellet ben mantenuta funziona in modo più efficiente, utilizzando meno pellet per produrre la stessa quantità di calore. Ciò si traduce in minori costi operativi ed in una maggiore efficienza energetica complessiva, riducendo così la tua bolletta del riscaldamento.

La manutenzione regolare contribuisce a prolungare la vita utile della stufa a pellet. I componenti puliti e ben mantenuti hanno meno probabilità di subire danni o usura prematura, consentendo alla stufa di durare più a lungo.

Una stufa a pellet richiede una buona manutenzione per garantire la tua sicurezza e quella della tua casa. L’accumulo di ceneri e fuliggine può causare ostruzioni, aumentando il rischio di incendi o problemi di evacuazione dei fumi. Una stufa pulita riduce notevolmente questi rischi.

La manutenzione regolare aiuta a prevenire interruzioni improvvise. Niente è più fastidioso che rimanere senza riscaldamento in una fredda giornata invernale a causa di un malfunzionamento della stufa.

Inoltre una manutenzione regolare è molto più economica rispetto alla sostituzione di componenti o all’acquisto di una nuova stufa a causa di un cattivo mantenimento.

come preparare le pareti di casa alla tinteggiatura
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Pareti di casa, come prepararle ad una nuova tinteggiatura

Stai pensando di ristrutturare casa e vuoi dare una nuova tinta alle pareti? La tinteggiatura è un modo semplice e versatile per rendere un ambiente domestico fresco ed accogliente. Scopriamo insieme come preparare le pareti di casa alla tinteggiatura soprattutto quando la stanza è piena di mobili e di complementi d’arredo.

Cosa fare prima di tinteggiare le pareti di casa

Stai pensando a cosa devi fare prima di rinfrescare le pareti di una stanza da cima a fondo o di dipingere una semplice parete? Impara a preparare le pareti di casa per la tinteggiatura e così avrai una finitura molto più omogenea.

Una parete ben preparata garantisce una migliore aderenza della pittura ed un aspetto uniforme e liscio della superficie.

Di seguito tutto quello che c’è da sapere sulla preparazione delle pareti di casa per la tinteggiatura ed alcuni consigli utili.

 

Fai spazio

Prima di tutto rimuovi per quanto possibile i mobili dalla stanza. Se sono troppo pesanti da trasportare, spostali al centro della stanza e coprili con dei teli protettivi di cellophane. In questo modo eviterai di sporcarli di vernice e soprattutto che si riempiano di polvere.

 

La giusta aerazione dei locali

Assicurati che la stanza sia ben ventilata e che le finestre siano possibilmente aperte.

 

Rimuovi chiodi, ganci e viti dai muri

Inizia rimuovendo tutti i chiodi, i ganci e le viti dalle pareti. Se c’è del nastro adesivo o altri stucchi, utilizza un raschietto per rimuoverli. La superficie delle pareti deve essere completamente priva di grumi e asperità.

 

Cerca di pulire bene le pareti

Rimuovi polvere, sporco e ragnatele utilizzando un aspirapolvere o un panno umido. Assicurati che le pareti siano completamente asciutte prima di procedere.

 

Ripara eventuali danni

Ispeziona con attenzione le pareti ed individua eventuali crepe, buchi o imperfezioni. Riempili con stucco per pareti o composto per giunti, utilizzando una spatola. Spingi con cura lo stucco nelle fessure con la spatola fino a quando non sei soddisfatto dell’uniformità. Lascia asciugare completamente. Se le pareti presentano vecchie pitture scrostate che creano irregolarità, è necessario levigare le superfici utilizzando carta vetrata a grana fine per eliminare le imperfezioni ed ottenere una superficie uniforme.

 

Levigatura

Carteggia delicatamente per ottenere una superficie liscia, cercando di utilizzare una carta con grana 120 e di cambiarla regolarmente o anche quando la grana si intasa di polvere. Procedi dall’alto delle pareti verso il basso ed valuta come trattare le modanature, le quali potrebbero richiedere una carta di grana diversa.

Le aree che sono state stuccate assorbono molta più vernice, per cui c’è bisogno di una rapida passata con un pennello carico di vernice prima di applicare la prima mano sull’intera parete. Questo sigilla la superficie dello stucco in modo che non si vedano macchie una volta che si è asciugato.

Assicurati quindi di rimuovere la polvere prodotta dalla levigatura.

 

Lascia asciugare le pareti

Dai un’ultima passata alle pareti con una spugna umida in modo tale da eliminare ogni traccia di sapone e lascia asciugare accuratamente.

 

Protezione

Svita i coperchi delle prese elettriche e le placche degli interruttori. Nel caso in cui non sia possibile, è sufficiente coprire gli interruttori rimasti con del nastro di carta. Se hai svitato qualche apparecchio elettrico, conserva in un sacchetto le viti o i bulloni e fissalo poi all’apparecchio con del nastro adesivo, così non dovrai passare ore a cercarli quando avrai finito di tinteggiare.

Copri gli elementi che non desideri dipingere, come pavimenti e porte, usando dei sottili teli di cellophane e fissali con il nastro di carta in modo da proteggerli da possibili schizzi di vernice.

 

Primer

L’uso di un primer consente di ottenere una finitura liscia ed un’applicazione uniforme del colore, soprattutto se le pareti sono porose o presentano macchie superficiali che devono essere coperte. Il primer aiuta infatti a preparare la superficie, migliora l’adesione della tinteggiatura ed assicura una maggiore durata del colore.

Segui le istruzioni del produttore per l’applicazione corretta del primer. Se in passato hai subito danni da acqua o hai avuto problemi simili, puoi prendere in considerazione l’uso di un primer specifico per questo compito. Non utilizzarlo assolutamente per coprire muffe e funghi.

È necessario invece indagare sulla causa del problema e trattare di conseguenza. È possibile utilizzare un primer per mascherare tutti gli altri tipi di macchia.

Applica la prima mano di primer e lascia asciugare per due ore, poi applica la seconda mano e lascia passare ancora due ore prima di iniziare a dipingere.

 

Dipingi le pareti

Una volta asciutto, si possono aprire i barattoli di vernice ed iniziare a dipingere le pareti. Conserva sempre un po’ di vernice per eventuali ritocchi che potresti fare in futuro.

Pulizia finale

Pulisci tutto e ripristina l’arredamento.

Materiali e strumenti necessari per la tinteggiatura

Per dare una nuova tinteggiatura alle pareti di casa hai bisogno dei seguenti materiali e dei seguenti strumenti:

  • Telo protettivo
  • Nastro adesivo mascherante
  • Stucco rasante
  • Fogli abrasivi
  • Secchio
  • Spatola per stuccare
  • Spatola per rasare la parete
  • Vaschetta
  • Tampone flessibile
  • Levigatrice orbitale
  • Guanti di protezione
  • Maschera di protezione
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Come pulire correttamente le pareti di casa e gli infissi

La primavera è ormai alle porte e si inizia a pensare alle pulizie da fare in casa, partendo dalle pareti e dagli infissi.

Dalla sedia che si poggia alla parete fino al termosifone che sbuffa anche le pareti di casa sono messe a dura a prova. Smacchiarle, igienizzarle o tenerle un minimo pulite è una regola fondamentale.

Gli infissi in alluminio conservano la loro brillantezza e luminosità nel tempo, a patto però che venga effettuata una buona pulizia periodica.

Pulire le pareti e gli infissi della propria casa può sembrare una semplice attività domestica, ma in realtà richiede attenzione e cura per evitare danni e mantenere l’aspetto della propria casa nel tempo. Ci sono molti prodotti che possono essere utilizzati per la pulizia, ma è importante utilizzare quelli corretti per non danneggiare la superficie. In questo articolo esploreremo i modi migliori per pulire le pareti e gli infissi della casa, dai prodotti naturali ai detergenti specifici, per mantenere la propria casa in perfetto stato.

Come pulire correttamente le pareti di casa

Anche le pareti di casa ogni tanto hanno bisogno di una bella pulizia.

Impronte, schizzi di sugo, pennarelli se in casa ci sono i piccoli e macchie di ogni tipo. Le pareti si macchiano inevitabilmente a lungo andare anche a causa di polvere e sporcizia.

Togliere le macchie dalle pareti richiede qualche piccolo accorgimento:

  • individua il tipo di macchia da eliminare, in modo tale da poterla rimuovere a regola d’arte;

 

  • individua il tipo di parete da trattare, in modo tale da evitare brutte sorprese;

 

  • prima di procedere con la pulizia vera e propria, è utile eliminare la polvere e lo sporco con un panno in microfibra o con l’aspirapolvere per non lasciare aloni.

La polvere va levata anche dal soffitto, senza dimenticarne gli angoli, utilizzando un piumino con un telescopio allungabile ma anche un normale spazzolone attorno al quale potrai legare un panno in microfibra.

 

Dopo aver spolverato, puoi procedere dando una bella lavata alle pareti di casa. Se la pittura è lavabile, tampona le pareti (bianche o colorate) usando una spugna imbevuta in una soluzione di acqua e sapone neutro o acqua e bicarbonato: strizzala bene e dopo passa una panno umido per eliminare le tracce di sapone.

Se la pittura non è lavabile, meglio intervenire solo dove ci sono segni da eliminare. Ad esempio gli aloni di quadri e mobili, andranno via facilmente strofinando un po’ di dentifricio sulle zone interessate. Lascia agire pochi minuti e risciacqua usando un panno morbido e leggermente umido.

In tutti i casi, non vanno usati panni troppo imbevuti.

Alla carta da parati va riservato un trattamento a parte. È fondamentale distinguere la carta da parati in vinile e quella in tessuto rifinita con materiale acrilico o vinile. Sono semplici da pulire, rispetto alla semplice carta, che non deve essere mai bagnata.

Anche quì prima di procedere alla pulizia vera e propria, è bene spolverare senza mai usare spugne ruvide.

Consigli utili per pulire infissi in alluminio

Per pulire gli infissi in allumino non c’è bisogno di tanti accorgimenti. Basta una spugna ed un detergente ed il gioco è fatto.

È molto importante però non utilizzare detergenti troppo aggressivi che possono alterate le proprietà degli infissi.

Lo stesso discorso vale anche per la spugna. Non utilizzare una spugna abrasiva che potrebbe rimuovere la vernice, ma utilizzare un panno morbido che non graffia la superficie.

La prima cosa da fare quando bisogna pulire gli infissi in alluminio è rimuovere la polvere e lo sporco a secco, utilizzando semplicemente un panno morbido ed evitare di usare acqua.

In questo modo sarà eliminata la parte più corposa dello sporco facendo meno fatica nella pulizia. Dopo aver effettuato questa operazione, potrai usare l’acqua. Riempi una bacinella di acqua tiepida ed immergi il panno morbido. A questo punto puoi passarlo sulle persiane e sugli infissi, avendo cura di insistere anche nelle fessure e nei canali di drenaggio. È proprio in questo punto che si accumula polvere, smog e sporco.

Non dimenticare di pulire anche le guarnizioni. Se ci sono dei residui di sporco molto resistenti in punti dove non riesci ad arrivare, puoi utilizzare un vecchio spazzolino da denti oppure una spazzola apposita.

Rimedi naturali per pulire correttamente gli infissi

Se invece di utilizzare i prodotti in commercio, preferisci impiegare dei rimedi naturali, di seguito la soluzione giusta per una pulizia perfetta degli infissi in alluminio.

È possibile realizzare tre preparati:

  • acqua calda ed un cucchiaio di sapone di marsiglia. Sciogli in un litro di acqua tiepida un cucchiaio di sapone. A questo punto puoi versare la soluzione in uno spruzzino e spargerla sulla superficie da pulire. In alternativa puoi immergere il panno nell’acqua saponata e passarlo sugli infissi. Risciacqua abbondantemente.

 

  • Acqua calda ed aceto. In una bacinella mescola un litro di acqua tiepida ad una tazza di aceto bianco. Se vuoi rendere la soluzione ancora più efficace, puoi aggiungere qualche goccia di detergente per i piatti. Spruzza la soluzione ottenuta direttamente sulla superficie da pulire o in alternativa, puoi immergere un panno morbido e passarlo sugli infissi da pulire. Alla fine della pulizia puoi risciacquare il tutto.

 

  • Bicarbonato ed acqua. Sciogli due cucchiai di bicarbonato in un litro di acqua. Mescola tutto e prendi un panno per poi passarlo sugli infissi da pulire. Pulisci a fondo. In questo caso non è necessario effettuare il risciacquo.
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Guida alla scelta del miglior impianto di riscaldamento

La scelta dell’impianto di riscaldamento è una scelta cruciale in fase di ristrutturazione ma non semplice, perché deve garantire bassi consumi, un risparmio economico a lungo termine ed un comfort abitativo elevato.

Prima di affrontare la scelta è fondamentale sapere che qualunque sistema termico prevede quattro elementi, quali:

  • generatore di calore, è il cuore dell’impianto. Si tratta di un dispositivo che utilizza una fonte energetica per aumentare la temperatura interna attraverso un fluido vettore
  • fluido vettore, mediante il sistema di distribuzione, scalda gli ambienti grazie a terminali che rilasciano il calore generato 
  • sistema di distribuzione (le tubazioni)
  • terminali (i caloriferi)

Aspetti da valutare prima della scelta di un impianto di riscaldamento

Quando si deve realizzare un nuovo impianto o ristrutturare il vecchio, bisogna partire dalle caratteristiche edilizie dell’immobile. Una casa singola avrà necessità di un tipo di riscaldamento diverso da un una appartamento presente all’interno di un condominio.

Altro aspetto importante è la zona in cui si vive e il suo clima, dal quale dipenderà la scelta dal punto di vista della potenza energetica. 

È anche importante valutare le fonti energetiche a disposizione e considerare la possibilità di utilizzare quelle rinnovabili, grazie alla possibilità di disporre di agevolazioni fiscali per il risparmio energetico.

Quale impianto di riscaldamento scegliere per la tua casa?

Le diverse tipologie di impianti di riscaldamento si differenziano in base a caratteristiche specifiche. Vediamo quali sono le tipologie principali per comprendere in che modo irradiano il calore e quali sono quelle più adatte alla tua abitazione.

Pavimento radiante

Il riscaldamento a pavimento è la scelta ottimale se devi ristrutturare casa e vuoi riscaldare con il massimo comfort. Il benessere termico e le prestazioni garantite da questa tipologia di impianto sono imbattibili.

Il pavimento radiante, grazie ad una struttura di tubi o resistenze elettriche, distribuisce il calore in casa mediante irraggiamento. Questo fa sì che la temperatura sia omogenea in tutte le stanze, eliminando dispersione e fastidiosi sbalzi termici. Questa tipologia impianto può essere utilizzato anche per raffrescare la casa in estate. Il raffrescamento a pavimento funziona sempre per irraggiamento ma, per evitare la formazione di umidità e condensa, necessita di un impianto di deumidificazione.

Oltre al comfort elevato, un impianto di riscaldamento a pavimento offre altri importanti vantaggi. Scegliendo una soluzione integrata, abbinata ad una pompa di calore, si ottiene un risparmio economico notevole.

Il pavimento radiante è una sistema invisibile con zero ingombri. Esso riduce i costi del riscaldamento perché lavora ad una temperatura di 30°, più bassa rispetto ai 50° della caldaia a condensazione. Inoltre offre un comfort elevatissimo, una distribuzione omogenea del calore in tutte le stanze, una diminuzione di acari e polveri.

Pompa di calore

Se il pavimento radiante è la scelta ottimale per riscaldare e raffrescare casa, abbinando allo stesso una pompa di calore avrai l’impianto perfetto. Integrati in un unico sistema, in cui la pompa di calore produce caldo/freddo e il pavimento è il terminale di irraggiamento, assicurano un’efficienza senza eguali.

Per efficienza si intende una riduzione della spesa per luce e gas fino al 60%. Può anche provvedere alla produzione di acqua calda sanitaria. In questo caso devi anche installare un serbatoio per l’accumulo.

Le pompe di calore si differenziano per le fonti rinnovabili da cui prelevano la quasi totalità dell’energia. La pompa di calore aria/acqua, la più diffusa e facile da installare, utilizza l’aria all’esterno dell’abitazione.

Se hai a disposizione un terreno ampio, puoi anche optare per una pompa di calore geotermica. Si tratta di una tipologia che lavora sempre alla massima efficienza perché sfrutta il calore a temperatura costante del sottosuolo.

I vantaggi della pompa di calore non si limitano all’efficienza ed al risparmio energetico. Se scegli questa tecnologia non devi acquistare canne fumarie, kit di scarico fumi ed azzeri anche i costi per la manutenzione.

Caldaia a condensazione

In caso di ristrutturazione leggera o se vuoi migliorare il risparmio energetico di una casa di piccole dimensioni, puoi scegliere una caldaia a condensazione.

Dal 2015 è vietata la produzione e vendita delle vecchie caldaie, macchine poco efficienti e inquinanti. La caldaia a condensazione è ecologica e conveniente. Ha un costo d’acquisto più basso rispetto agli altri impianti ma non per questo è meno efficiente.

Il suo funzionamento è semplice: lavora ad una temperatura più bassa rispetto alle vecchie caldaie perché sfrutta i fumi stessi della combustione. I costi per riscaldare casa si riducono così del 30%.

Anche la caldaia a condensazione può essere abbinata al pavimento radiante. Interessante è la versione ibrida con pompa di calore. Nelle zone climatiche rigide può non essere sufficiente una pompa di calore. La versione ibrida fa subentrare la caldaia a supporto quando la temperatura esterna si avvicina a 0°C.

La caldaia a condensazione funziona anche con i caloriferi già esistenti, come il termosifone, anche nella versione ibrida. Per questo motivo è un’ottima alternativa in caso di ristrutturazione poco invasiva, anche se necessita di una manutenzione annuale.

Riscaldamento a battiscopa

Si tratta di un tipo di sistema radiante così come i riscaldamenti a parete e a pavimento. Questo sistema funziona, posizionando tubature in cui scorre acqua calda oppure resistenze elettriche nel battiscopa della parete esterna ossia nella parte inferiore del muro, a contatto con il pavimento.

I battiscopa che vengono utilizzati per questo tipo di riscaldamento sono leggermente più grandi di quelli normali e di solito hanno uno spessore compreso tra i 3 e 15 cm.

Sono muniti di feritoie che permettono la fuoriuscita dell’aria calda, la quale riscalderà poi l’ambiente, passando prima attraverso le pareti dell’abitazione.

Per questo tipo di impianto non sono previsti importanti lavori murari, ma solamente dei fori nelle pareti, dove far passare le tubazioni. Questo tipo di sistema di riscaldamento, a differenza di quello a pavimento o a parete, può essere posizionato in qualsiasi momento e non solo nel caso di lavori di ristrutturazione o durante la costruzione di una nuova abitazione.

Il riscaldamento a battiscopa può essere:

  • ad acqua: in questo caso vengono posizionati dei tubi in cui scorre acqua calda riscaldata dalla caldaia tradizionale o da una pompa di calore
  • elettrico: attraverso un sistema di resistenze elettriche, posizionate in un profilo di alluminio
  • misto: in questo caso si sceglie sia il posizionamento di tubazioni idrauliche che le resistenze elettriche
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Caldaia, di controlli obbligatori alla sostituzione

In una giornata fredda l’ultima cosa che si desidera è che la caldaia si rompa ed il riscaldamento non funzioni. Facendo ogni anno la manutenzione della caldaia è possibile evitare che ciò accada. Scopriamo insieme quali sono i controlli obbligatori periodici e come capire quando è arrivato il momento di sostituire la caldaia.

Quali sono i controlli caldaia obbligatori?

 

I controlli che devono effettuati sulla caldaia da un tecnico professionista sono i seguenti:

 

  • ispezione visiva. Il tecnico ispeziona visivamente la caldaia, pulisce e, se necessario, regola i componenti. Cerca eventuali segni di danni identificando possibili segni di sofferenza immediatamente visibili.

 

  • Funzionamento e controllo. La caldaia è dotata di una serie di controlli e dispositivi di sicurezza che verranno verificati per appurarne il corretto funzionamento. Il tecnico si accerta del corretto funzionamento di tutte le funzioni della caldaia, se necessario.

 

  • Fumi e scarichi di combustione. Il tecnico controlla lo stato generale, la terminazione ed il percorso della canna fumaria (tubo che collega la caldaia all’esterno dell’abitazione). Si accerta che non vi siano ostruzioni nei terminali della canna fumaria e che la canna fumaria sia montata in modo sicuro.

 

  • Pulizia dei componenti principali della caldaia. Durante l’ispezione alla caldaia, il tecnico rimuove, ispeziona e pulisce i componenti principali della caldaia. Quindi controlla il bruciatore principale, lo scambiatore di calore, le vie di scarico e i perni di accensione.

 

Ci sono molti controlli da effettuare durante l’ispezione della caldaia. Questi sono i principali:

 

  • il dispositivo di rilevamento della fiamma e il suo corretto funzionamento;
  • fiamma pilota ed eventuali cavi e sonde;
  • termostato di limite alto;
  • fornitura di una ventilazione adeguata;
  • efficacia della canna fumaria;
  • controlli del riscaldamento;
  • collegamenti elettrici;
  • posizione della caldaia e dei materiali combustibili vicini;
  • flusso di gas e pressione;
  • dispositivi di sicurezza;

 

Al termine delle verifiche il tecnico si accerta che la caldaia funzioni correttamente. Tutti i comandi o le impostazioni modificati durante l’assistenza saranno riportati alle impostazioni scelte dal cliente o lasciati in modo che il cliente possa regolarli facilmente in autonomia.

Quando è necessario cambiare una caldaia?

 

La durata media di una caldaia è di circa 15 anni e, sebbene una manutenzione annuale possa migliorarne la durata, una caldaia più vecchia deve lavorare di più per riscaldare la casa.

 

Per capire se la tua caldaia ha bisogno di essere sostituita, segui i seguenti passaggi:

 

  1. Aumento delle bollette. Se noti che i pagamenti al fornitore di energia sono aumentati, ciò potrebbe indicare che la caldaia non funziona in modo efficiente.

 

  1. Sensazione di freddo. Se abiti da molto tempo nella tua casa attuale, sai anche qual è la temperatura normale quando il riscaldamento è acceso. Se senti freddo, è meglio rivolgersi ad un idraulico o a un tecnico del gas, perché potrebbe esserci un problema con la caldaia.

 

  1. Tempo di attesa. Un modo per capire se la caldaia ha bisogno di essere cambiata è vedere quanto tempo impiega la stessa a riscaldare i termosifoni. La maggior parte delle caldaie moderne dovrebbe produrre calore quasi istantaneamente, quindi se devi aspettare parecchio prima che l’acqua calda o il riscaldamento si accendano, potrebbe essere il momento di acquistarne una nuova.

 

  1. Le caldaie più recenti sono dotate di una classificazione di efficienza energetica. La scala va da A a G ed indica l’efficienza di ciascun modello. Una caldaia con classificazione A indica che appartiene ad uno dei gruppi più efficienti, con un’efficienza superiore al 90%, mentre la classificazione G indica un’efficienza inferiore al 70%. Se la classificazione della tua caldaia è bassa, potrebbe essere il caso di investire in una nuova caldaia per migliorare l’efficienza e ridurre la bolletta.

 

  1. Probabilmente conosci tutti i suoni che emette la tua casa, ma se senti dei rumori strani provenienti dalla caldaia, forse è il caso di cambiarla.

 

Le diverse tipologie di caldaie

 

Esistono diverse tipologie di caldaie, da scegliere in base alle tue esigenze:

 

Caldaie elettriche

Si tratta di una soluzione molto comune. Esse funzionano prelevando l’energia dalla rete elettrica principale ed utilizzandola per riscaldare gli elementi all’interno della caldaia.

Quando l’acqua passa sopra gli elementi, si riscalda e circola nel riscaldamento centrale. Si tratta di una tipologia di caldaia più sicura, in quanto non brucia alcun combustibile e non produce fumi o gas come il monossido di carbonio.

 I vantaggi di una caldaia elettrica sono la facilità di manutenzione e di intervento, la semplicità di installazione, l’assenza di un camino o di un deposito di combustibile e l’efficienza.

 

Caldaie a condensazione

Questa tipologia di caldaia fa passare il gas caldo attraverso una camera centrale che riscalda l’acqua. Una seconda camera viene utilizzata per riscaldare l’acqua attraverso il calore rimanente che ritorna nel sistema di riscaldamento.

Esistono diverse tipologie di caldaie a condensazione ed una delle più diffuse è la caldaia combinata. Una caldaia combinata presenta un’unità per l’acqua calda ed un serbatoio per l’acqua fredda nella stessa unità ed è più facile da installare. Essa garantisce inoltre una fornitura costante di acqua calda, evitando di dover aspettare che il serbatoio si riscaldi. L’unico problema che si può incontrare con le caldaie combinate è che non possono produrre grandi quantità d’acqua, il che significa che si otterrà la massima pressione solo attraverso un rubinetto alla volta. Ciò è dovuto alle dimensioni delle unità del boiler combinato.

 

Caldaie a gasolio

Quando le case non sono collegate alla rete del gas metano e quando diviene difficile procurarsi il pellet o la legna, come alternativa si può utilizzare una caldaia a gasolio. Queste tipologie di caldaie funzionano in modo simile alle caldaie a gas, ma utilizzano il gasolio per creare acqua calda. L’acqua viene poi pompata nei radiatori della casa.

Queste caldaie sono leggermente più costose delle caldaie a gas. Erano un sistema di riscaldamento presente nelle case degli anni ’70. Oggi però la tecnologia ha fatto passi da gigante rendendole poco inquinanti ed economiche ed, abbinandole a dei pannelli solari, si riesce a creare un impianto di riscaldamento efficiente ed abbastanza economico.

 

Caldaie a biomassa

Questa tipologia di caldaia utilizza pellet, tronchi o trucioli di legno per riscaldare l’acqua. Come le caldaie a gasolio, queste caldaie sono adatte a chi ha la casa scollegata dalla rete del gas metano.

Una forma di sistema di riscaldamento a biomassa è la stufa a legna. Le stufe a biomassa tendono ad essere più grandi delle caldaie a gas o a gasolio e, se si vuole installare una di queste, è necessario un camino o una canna fumaria e sono necessarie le autorizzazioni edilizie.

Edilizia, Manutenzione, Materiali

Infiltrazioni d’acqua: principali cause e rimedi

La presenza di umidità e le infiltrazioni d’acqua sono una delle principali cause di degrado di un’abitazione.

Riconoscerle in modo tempestivo, capirne le cause e porvi rimedio, consente di evitare o minimizzare i danni ad intonaci o rivestimenti, se si tratta di edifici di valore storico o artistico, oppure alle strutture di balconi, solai e coperture.

L’umidità presente all’interno della casa può causare l’insorgenza di muffa ed efflorescenze antiestetiche. Per prevenire la comparsa di macchie da muffa sui muri è necessario aprire spesso le finestre e far arieggiare gli ambienti della casa.

Le infiltrazioni d’acqua possono causare danni molto più gravi rispetto ai problemi dovuti all’umidità. Scopriamo insieme le cause delle infiltrazioni ed i possibili rimedi.

Quali sono le principali cause delle infiltrazioni d’acqua?

La presenza di acqua nelle murature solitamente è dovuta a due cause principali, quali umidità di risalita capillare e vere e proprie infiltrazioni d’acqua.

Le infiltrazioni d’acqua si manifestano nei seguenti casi:

  • nell’intradosso delle coperture a falde inclinate in seguito allo spostamento o alla rottura accidentale di uno o più elementi del manto di copertura, soprattutto se costituito da scandole in legno, coppi, tegole marsigliesi, lastre di pietra, coppi ed embrici, oppure per la rottura o l’otturazione di una grondaia o un discendente;
  • in corrispondenza di camini a causa della corrosione o dell’assenza di converse e scossaline di metallo;
  • nelle coperture piane (praticabili e non praticabili) per la rottura o l’obsolescenza della guaina di impermeabilizzazione, l’esecuzione dei sormonti (orizzontali o verticali) oppure veri e propri errori di progettazione;
  • nelle murature in corrispondenza dei balconi per la presenza di lesioni e spaccature nello zoccolino della pavimentazione, l’errata esecuzione del sormonto verticale oppure la sua assenza;
  • in corrispondenza dei solai o delle pareti verticali a causa della rottura di una conduttura dell’acqua, una colonna di scarico condominiale o un discendente pluviale.

Come prevenire ed eliminare le infiltrazioni d’acqua?

È possibile prevenire e contrastare i danni dovuti alle infiltrazioni d’acqua ed all’umidità in base alla specifica situazione, alla tipologia ed alle cause del problema.

Una strategia molto efficace soprattutto per le coperture degli edifici storici, consiste nel prevenire il fenomeno ispezionando regolarmente (due volte l’anno, in autunno e primavera) il manto di copertura ed il sistema di scolo dell’acqua piovana.

Occorre verificare in particolare:

  • l’integrità del manto di copertura senza elementi rotti o spostati;
  • l’efficienza delle grondaie, senza parti deformate o giunti tra i pezzi non combacianti e sigillati;
  • il corretto funzionamento di calate e discendenti, senza otturazione dovute ad accumuli di foglie, detriti o cartacce portate dal vento;
  • la presenza ed il buono stato di conservazione di converse e scossaline in lamiera metallica in corrispondenza di comignoli, abbaini, parapetti in murature, displuvi e lucernari;
  • la corretta sigillatura del telaio fisso dei lucernari.

Questi problemi, in caso di esito negativo, sono facilmente risolvibili con semplici riparazioni.

L’ispezione delle coperture piane, praticabili o non praticabili, pone alcune difficoltà aggiuntive. La funzionalità dei bocchettoni per lo smaltimento dell’acqua piovana è facilmente riscontrabile con un semplice esame a vista.

La presenza di lacerazioni e difetti di progettazione della guaina di impermeabilizzazione o di perdite nei pluviali incassati risulta spesso visibile solo quando compaiono le infiltrazioni.

Se la fonte dell’infiltrazione non è nota, per individuarla si possono adottare due sistemi:

  1. per avere una prima idea della possibile provenienza dell’infiltrazione, si può versare un secchio di acqua colorata di giallo fluo, rosso oppure blu nel punto sospetto. La formazione di una macchia colorata non lascia spazio a dubbi;
  2. una volta individuata la grondaia o la tubazione guasta, si può eseguire una video ispezione per determinare il punto esatto di rottura, minimizzando tempi e costi di riparazione.

Come si manifestano i danni da infiltrazioni d’acqua nelle finiture?

I danni da infiltrazioni d’acqua nelle murature intonacate si manifestano:

  • prima con la creazione di aloni di colore grigio, giallastro, nero o marrone a seconda della presenza di acqua pulita oppure sporca;
  • successivamente con danni alla tinteggiatura: esfoliazione e caduta di piccole scaglie nel caso di tinteggiature sintetiche al quarzo; disgregazione, polverizzazione e formazione di efflorescenze negli intonaci a calce. Se l’infiltrazione viene trascurata si arriva quindi alla formazione di patine biologiche e/o distacchi con successiva caduta di placche di intonaco o elementi di rivestimento con possibili danni a cose o persone.

Le infiltrazioni d’acqua causano tuttavia anche danni strutturali molto gravi che possono portare a veri e propri crolli.

Le parti degli edifici più esposte sono le carpenterie lignee della copertura ed in particolare le teste delle capriate dell’orditura principale, oppure le strutture aggettanti in cemento armato come le solette dei balconi, i parapetti in muratura o le pensiline.

L’origine dell’umidità di risalita capillare

L’origine dell’umidità di risalita capillare è diversa ed è del tutto fisiologica. Essa riguarda soprattutto gli edifici con pareti portanti in materiali porosi come i mattoni fabbricati a mano, il tufo o l’arenaria.

Poiché la base delle murature e le fondazioni vengono a contatto con l’umidità contenuta nel terreno, l’acqua tende a risalire per capillarità, raggiungendo un’altezza direttamente proporzionale al materiale della muratura, al suo spessore ed alla quantità di acqua.

Il livello dell’umidità di risalita, definito nella norma UNI 11182 “fronte di risalita”, è variabile anche in base alla stagione ed al contesto.

L’umidità di risalita nel caso degli edifici diminuisce il comfort interno dell’abitazione e danneggia gli intonaci e le murature.

I danni si concentrano soprattutto nella cosiddetta “fascia di bagnasciuga”, in cui la muratura risulta alternativamente asciutta o impregnata d’acqua in base all’alternanza stagionale.

Qui si verificano la formazione di efflorescenze e sub-efflorescenze saline, la disgregazione e polverizzazione dei giunti di malta e l’esfoliazione dei mattoni o conci di pietra.

La muratura delle zone sottostanti assume invece una colorazione più scura dovuta alla presenza di acqua.

In casi rari l’umidità di risalita causa danni talmente gravi da costituire un rischio per la stabilità di un edificio. Può avere effetti devastanti sulle decorazioni come stucchi, affreschi, mosaici parietali o tappezzerie.

Manutenzione, Stili e tendenze

Pulizia forno: 6 metodi per effettuare una pulizia perfetta

Il forno è uno degli elettrodomestici più utilizzati in cucina. Ti permette di riscaldare rapidamente il cibo, cuocere interi pasti, sfornare torte o scongelare i surgelati. Per questo motivo è fondamentale effettuare un’accurata pulizia attraverso vari metodi e prodotti specifici. Scopriamo insieme quali 6 metodi per pulire il forno utilizzando prodotti naturali.

6 metodi per effettuare una corretta pulizia del forno

Il forno va pulito con regolarità al fine di garantire la massima igiene ed evitare la formazione di incrostazioni più difficili da eliminare nel tempo.

Questa operazione è indispensabile, in quanto gli avanzi di cibo, a causa del moltiplicarsi di batteri,  possono diventare un pericolo per la salute.

A seguire i metodi naturali per risolvere il problema dei batteri e della incrostazioni nel forno.

Metodo 1. Acqua e limone

Acqua e limone, un metodo semplice ed efficace, caratterizzato dai seguenti passaggi:

  1. Versare mezzo litro di acqua in un recipiente ed il succo di 3 limoni
  2. Inserire il composto nel forno accendendolo ad una temperatura di 150°-180°C
  3. Aspettare circa 20 minuti prima di spegnerlo
  4. Umidificare un panno nel residuo della soluzione di acqua e limone
  5. Strofinare il panno sulle pareti interne del forno
  6. Risciacquare abbondantemente

Grazie all’evaporazione dell’acqua si scioglieranno più facilmente le incrostazioni. L’essenza del limone renderà l’elettrodomestico gradevolmente profumato.

Metodo 2. Bicarbonato, acqua e sale

Sono tre ottimi ingredienti per disinfettare il forno in maniera naturale.

La procedura da seguire è la seguente:

  1. Versare in un recipiente 250 ml di acqua, sale e bicarbonato
  2. Mescolare il composto
  3. Immergere una spugna e stendere la soluzione sulla superficie interna del forno
  4. Attendere circa 40 minuti
  5. Rimuovere i residui e risciacquare con un panno pulito

Metodo 3. Sale ed aceto

Questi due ingredienti svolgono sia un’azione sgrassante che assorbente.

Gli step da completare sono i seguenti:

  1. Mescolare 5 cucchiai di sale in 250 ml di aceto
  2. Versare il composto in un vaporizzatore dopo lo scioglimento del sale.
  3. Spruzzare il composto sulle pareti interne del forno
  4. Attendere 25 minuti
  5. Rimuovere i residui con una spugna
  6. Risciacquare con un panno pulito.

Metodo 4. Bicarbonato ed aceto

Un altro mix molto valido, basato sulla reazione chimica che avviene tra i due ingredienti.

Gli step da seguire sono i seguenti:

  1. Riscaldare il forno a basse temperature
  2. Spruzzare l’aceto all’interno del forno
  3. Passare il bicarbonato sulle pareti e sulle teglie
  4. Attendere 20 minuti
  5. Strofinare con una spugna e togliere i residui di sporco
  6. Risciacquare con uno strofinaccio pulito umidificato in una soluzione di acqua e bicarbonato.

Metodo 5. Sapone di Marsiglia

Il sapone di marsiglia diluito nell’acqua è un altro sistema proficuo per pulire il forno con efficacia, caratterizzato dai seguenti passaggi:

  1. Spruzzare il sapone sulle pareti ed il vetro del forno
  2. Lasciare agire per circa 20 minuti
  3. Usare una spatoletta per togliere le incrostazioni
  4. Risciacquare con un panno pulito

Metodo 6. Aceto, detersivo e bicarbonato

La procedura da seguire è la seguente:

  1. Versare in una ciotola aceto diluito nel detersivo per piatti
  2. Aggiungere tre cucchiai di bicarbonato
  3. Mescolare e immergere un panno nella soluzione
  4. Passare il panno sulle parti più incrostate ed attendere circa 25 minuti
  5. Risciacquare con uno straccio umido

Pulizia forno: come farlo in piena sicurezza

Pulire il forno può essere molto pericoloso se non si prendono le giuste precauzioni.

Per non correre rischi devi:

  • Arieggiare la cucina. Inizia ad aprire le finestre e a far aerare bene la cucina. Visto che userai prodotti per la pulizia, è importante avere un buon ricircolo dell’aria. Una stanza arieggiata ti permette di avere una pulizia ed un’asciugatura più efficaci.
  • Spegnere il forno. Questo passaggio è fondamentale. Pulire un forno acceso o collegato alla rete elettrica (a seconda del modello) è molto pericoloso, quindi è necessario che sia disconnesso e completamente spento prima di procedere con la pulizia.

 

  • Lasciar raffreddare il forno, prima di iniziare a pulirlo. Vedere qualche residuo rimasto subito dopo cottura può essere molto fastidioso, ma è importante evitare di correre rischi. Non è consigliabile pulire il forno mentre è ancora caldo: si possono generare reazioni con i prodotti di pulizia o rimanere ustionati nel processo.
  • Utilizzare guanti protettivi, di gomma e riutilizzabili. Li puoi trovare in qualsiasi supermercato. Indossandoli, la tua pelle sarà protetta ed eviterai di entrare in contatto con i prodotti per la pulizia.
  • Eliminare completamente i residui. Assicurati ogni volta di eseguire una pulizia accurata del forno, grattando bene le incrostazioni e rimuovendo non solo tutte le briciole, ma anche i residui dei prodotti che hai usato per pulire. I residui alimentari o chimici rimasti nel forno possono contaminare i cibi, causando cattivo odore, fumo e problemi di salute. Le particelle, infatti, possono causare la comparsa dei batteri. È importante che il forno sia completamente pulito.
  • Lasciare aerare il forno alla fine. Quando hai finito di pulire, è consigliabile lasciare il forno aperto affinché si asciughi e così gli odori emessi dai prodotti per la pulizia possano disperdersi. Puoi lasciare il forno aperto anche per 2-3 ore.
Manutenzione

Come riordinare casa in vista della primavera

Le pulizie di primavera ti mettono ansia e tensione? Non preoccuparti perché questo è il momento ideale per fare un programma step by step per riordinare in casa in vista della primavera.

Con un’impeccabile organizzazione delle pulizie domestiche, potrai finalmente riordinare una casa caotica e, nel giro di pochi giorni, l’ordine che porterai nella tua abitazione ti preparerà ad affrontare al meglio i prossimi mesi di bella stagione.

Come organizzare le pulizie domestiche primaverili?

Le pulizie di primavera potrebbero sembrare un ostacolo insormontabile. I seguenti consigli possono aiutarti a gestire meglio le attività di pulizia prima dell’arrivo dell’estate.

Dividi le pulizie in piccole attività

Dividere ogni macro attività in tanti compiti più piccoli. Il primo, essenziale passo è, quindi, quello di armarsi di penna e taccuino per stabilire un piano d’azione.

Se sei una persona tecnologica, ci sono alcune app per smartphone che potrebbero aiutarti. Ne sono un esempio Google Keep o To do list.

Dopo aver diviso le attività, assicurati di avere tutto il necessario per le grandi pulizie di primavera che ti aspettano: stracci e spugne, detersivi e detergenti specifici, la giusta aspirapolvere. Niente è più fastidioso di dover interrompere il lavoro sul più bello perché ti manca proprio quel prodotto di cui non puoi fare a meno.

Stabilisci le priorità

Dopo aver iniziato a scrivere la tua to do list delle pulizie di primavera ed il tuo programma delle pulizie di casa sta prendendo forma, è fondamentale stabilire delle priorità, per ordine di svolgimento richiesto o per importanza.

Se sei consapevole di aver trascurato una parte della tua casa durante le pulizie casalinghe ordinarie, potresti cominciare proprio da lì. Ad esempio, dalla stanza degli ospiti, dallo sgabuzzino, dal balcone.

Svolgere per primi quei compiti che rimandi da sempre non farà che darti il giusto slancio.

Darsi delle priorità ha, però, un’altra importante funzione: sei obbligato a decidere che cosa conta davvero per te.

Hai predisposto una piccola palestra casalinga per metterti in forma in vista dell’estate? Se metterai la giusta cura per farla risplendere, anche i tuoi allenamenti ne gioveranno.

Lavori da casa e non sei soddisfatto del tuo angolo ufficio? È il momento giusto per utilizzare quel prodotto buono e profumato che hai comprato (ma mai usato) per pulire la scrivania e risistemare tutto lo spazio.

Hai iniziato una nuova dieta o un corso di cucina? Ecco l’occasione giusta per sbrinare il freezer e riorganizzare le credenze.

Elimina il superfluo (de-cluttering)

Organizzare le pulizie di casa ti permette non solo di riordinare la casa nel caos, ma anche di fare ordine nel modo in cui organizzi le tue giornate. In generale, il de-cluttering permette ad ognuno di noi di riordinare la propria vita per lasciare spazio alle novità, liberandosi del passato.

Organizza le pulizie con i tuoi amici

Le pulizie di primavera non devono essere un’impresa solitaria. Girare i materassi, tirar giù le tende, spostare mobili e tappeti: molte faccende sono più veloci se si è in due.

Se sei solo o non hai nessuno in casa che ti può aiutare, puoi chiedere una mano ad amici o vicini di casa.

Procedi dall’alto verso il basso

La cosa è da prendere in senso letterale! Negli angoli in alto di ogni stanza si nascondono le ragnatele, la parte superiore dei lampadari è un ricettacolo di polvere. Sarai stupito da quello che troverai sopra gli armadi e sugli infissi più alti.

Per togliere la polvere dai muri è sufficiente una spugna da inumidire in una bacinella di acqua tiepida. Passare ogni stanza dall’alto verso il basso può risparmiare la spiacevole eventualità di sporcare laddove già avevi pulito.

Progetta il futuro

Mentre farai il programma delle pulizie di casa ti verranno in mente tante nuove idee su come mantenere la casa pulita per il futuro. Avrai, inoltre, molto più chiaro che cosa ti piace e anche quello che vorresti cambiare.

Non c’è bisogno di aspettare l’anno prossimo. Ora che sai come agire anche la normale pulizia di manutenzione ti verrà facile e naturale.

De-cluttering: trucchi per riordinare casa

Il termine inglese de-cluttering vuol dire letteralmente “fare spazio” nell’ambiente, ripulendo o buttando tutto ciò che non serve più o è superfluo.

Con i seguenti trucchi potrai fare ogni tipo di de-cluttering:

  • Riordina categoria per categoria.

 

  • Tira fuori tutto e valuta ogni singolo oggetto, chiedendoti se ne hai davvero bisogno.

 

  • Scegli di tenere solo ciò che ti regala un’emozione. Il resto, buttalo! Liberati di tutto ciò che realmente non utilizzi.

 

  • Dai una seconda vita agli oggetti che non usi più. Alcuni oggetti per la casa si possono anche scambiare, vendere online o ai mercati dell’usato; o ancora regalare, per provare a dar loro una seconda vita.

 

  • Ciò che hai deciso di tenere dovrà avere una collocazione per riportare così in tutta la casa un perfetto ordine.
Quali vantaggi offre il de-cluttering? 

Con il de-cluttering andiamo a disfarci di ciò che non serve per ritrovare un luogo più funzionale e organizzato. Questa pratica, infatti, avrebbe anche dei risvolti positivi a livello psicologico, permettendo di focalizzarci sul presente.

Decluttering, però, non significa buttare via tutto. Questa tecnica:

  • presuppone un’attenta valutazione degli oggetti per capire di cosa è necessario disfarsi e di cosa no;

 

  • riduce lo stress fisico ed emotivo;

 

  • restituisce tempo perché saprai esattamente dove si trovano gli oggetti e impiegherai meno tempo per pulire;

 

  • aiuta ad ottenere spazio;

 

  • concede risparmio economico in quanto acquisterai meno e potrai rivendere ciò che non usi;

 

  • dona più valore agli oggetti rimasti;

 

  • regala all’ambiente energia positiva.

 

Manutenzione

Manutenzione straordinaria, quali interventi comprende?

L’articolo 3 del Testo Unico dell’Edilizia, D.P.R. 380/2001 definisce il concetto di manutenzione straordinaria.

Per manutenzione straordinaria si intendono le opere e le modifiche necessarie per:

  • rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici;
  • realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici;
  • frazionare o accorpare unità immobiliari con esecuzione di opere. Quest’ultime comprendono anche quelle che comportano la variazione delle superfici delle singole unità immobiliari e del carico urbanistico.

Quali interventi rientrano nella manutenzione straordinaria?

I lavori di manutenzione straordinaria si suddividono in interventi su opere esterne ed opere interne.

Per opere esterne si intendono:

  • rifacimento o nuova realizzazione di intonaci esterni;
  • sostituzione di infissi esterni, serramenti, persiane, serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso;
  • realizzazione di cancellate, ringhiere, muri di cinta e recinzioni;
  • apertura di nuove porte o finestre verso l’esterno;
  • interventi finalizzati alla creazione di cortili e giardini, anche con piantumazione di alberi.

Le opere interne invece comprendono:

  • consolidamento statico di strutture portanti dell’edificio sia in fondazione che in elevazione;
  • sostituzione di solai di copertura con altri aventi materiali e strutture differenti senza modificare le quote di colmo o gronda;
  • rifacimento di scale e rampe;
  • realizzazione e miglioramento dei servizi igienico-sanitari;
  • rifacimento o modifica integrale degli impianti compresa l’installazione di pannelli solari o fotovoltaici;
  • sostituzione dei tramezzi interni con modifica dello schema distributivo senza alterare le superfici, i volumi e le destinazioni d’uso;
  • frazionamenti o accorpamenti di unità immobiliare che però non comportino la modifica dell’assetto distributivo dell’intero fabbricato;
  • installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • interventi finalizzati al risparmio energetico. Ne sono un esempio la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il miglioramento termico con la coibentazione.

Non rientrano nei lavori di manutenzione straordinaria i seguenti interventi:

  • la sostituzione della copertura a lastrico solare con un tetto a falde. In questo caso si verifica un aumento del volume ed una sopraelevazione;
  • l’apertura di balconi sul prospetto di un edificio;
  • la costruzione di un tetto di un immobile con un’altezza superiore a quella preesistente. In questo caso si altera la volumetria dell’immobile.

Gli interventi di manutenzione straordinaria non possono alterare la volumetria complessiva degli edifici né comportare modifiche delle destinazioni di uso.

Riguardo il frazionamento e l’accorpamento è importante mantenere l’originaria destinazione d’uso delle unità immobiliari. A tal proposito bisogna specificare che le costruzioni ex novo di parti degli edifici, anche nel caso in cui vengano abbattute le strutture preesistenti, non rientrano negli interventi di manutenzione straordinaria ma si configurano come nuove costruzioni.

Qual è la differenza tra manutenzione straordinaria ed ordinaria?

La distinzione tra le due casistiche di manutenzione è importante, perché dalla stessa dipendono le differenti pratiche da avviare per eseguire i lavori scelti.

Rientrano nella manutenzione ordinaria i seguenti interventi:

  • riparazione, rinnovamento e sostituzione riguardanti le finiture degli edifici;
  • opere per integrare o mantenere l’efficienza degli impianti tecnologici preesistenti;
  • sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti;
  • tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi esterni ed interni;
  • rifacimento di intonaci interni;
  • impermeabilizzazione di tetti e terrazze;
  • verniciatura delle porte dei garage.

In linea generale con gli interventi di manutenzione ordinaria si sostituiscono dei componenti o si procede con opere di mantenimento periodico degli stessi.

Con gli interventi di manutenzione straordinaria invece si possono anche modificare o cambiare le parti fondamentali di un immobile o si possono introdurre elementi innovativi nel rispetto dei criteri stabiliti dal Testo Unico dell’Edilizia.

I lavori di manutenzione straordinaria presentano un maggior grado di complessità rispetto a quelli ordinari.

Negli ultimi anni, questa distinzione tra manutenzione straordinaria ed ordinaria risulta importante anche per valutare la possibilità o meno di usufruire di sgravi fiscali previsti dalla legge.

La SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) è richiesta e necessaria per opere di manutenzione straordinaria, ma non per quelle di manutenzione ordinaria;

I lavori di manutenzione straordinaria sulle singole unità immobiliari godono delle detrazioni date da Bonus Ristrutturazione, Ecobonus, Bonus Mobili e Bonus Verde.

I lavori eseguiti sulle parti comuni dei condomini, invece, usufruiscono delle medesime detrazioni sia per i lavori di manutenzione straordinaria che ordinaria.

A seconda del tipo di lavori eseguiti si può fruire di incentivi locali e/o nazionali.

In caso di lavori di manutenzione, ordinaria o straordinaria, si paga un’IVA agevolata al 10% (e non quella ordinaria al 22%). L’IVA al 10% si calcola sia sul costo del lavoro che sui beni acquistati (art. 7 co. 1 lett. b della L. 488/1999).

L’IVA al 10% relativa ai beni significativi si applica solo sulla differenza tra il costo totale della ristrutturazione ed il costo dei beni significativi.

Sulla restante parte si applica l’IVA al 22%.

Le procedure necessarie per l’esecuzione dei lavori

Prima di iniziare i lavori di manutenzione straordinaria sono fondamentali due procedure da fare:

  • la CILA ossia la comunicazione inizio lavori asseverata;
  • la SCIA ossia la segnalazione certificata di inizio attività.

CILA, come e quando presentarla al Comune? 

La CILA va presentata dal proprietario, usufruttuario o inquilino dell’immobile allo Sportello Unico per l’Edilizia del Comune competente per i lavori di manutenzione straordinaria senza interventi strutturali o modifiche dei parametri urbanistici.

Anche se tutti i Comuni consentono al singolo cittadino di presentare entrambe le procedure è preferibile che le dichiarazioni e le asseverazioni vengano redatte e consegnate da un tecnico abilitato o da professionisti come architetti o geometri. Essi si occuperanno di redigere i disegni del progetto e l’asseverazione per dichiarare che gli interventi che verranno realizzati rientrano nella CILA e che rispettano le diverse normative vigenti in materia (ad es. energetiche, antisismiche).

Dovranno dichiarare inoltre di non avere rapporti di dipendenza con l’impresa che eseguirà i lavori e con il committente e che gli interventi non richiedono il rilascio di un altro titolo abilitativo (SCIA).

La CILA può essere presentata anche telematicamente, “caricando” la domanda sul sito del Comune competente territorialmente o tramite PEC.

I lavori possono iniziare il giorno stesso della presentazione della CILA.

La CILA è richiesta nei seguenti casi:

  • rifacimento o creazione di allacci fognari che apportano modifiche al percorso e alle caratteristiche della rete;
  • quando si cambia la distribuzione degli ambienti con la demolizione e costruzione di tramezzi e mura divisorie interne (non portanti);
  • apertura o chiusure di porte ed infissi;
  • creazione di piscine;
  • frazionamento o accorpamento di unità immobiliari che non comportino una modifica della volumetria degli immobili e della destinazione d’uso.

SCIA, come e quando presentarla al Comune?

Quando i lavori riguardano invece interventi strutturali che comportano l’aumento delle unità immobiliari e l’incremento dei parametri urbanistici è necessario presentare la segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA).

Anche in questo caso è necessaria l’asseverazione redatta da tecnici abilitati per dichiarare la regolarità dei lavori ed il rispetto delle normative vigenti in materia.

La SCIA può essere presentata presso lo Sportello Unico per l’Edilizia o per via telematica ed i lavori possono iniziare il giorno stesso della presentazione.

L’Amministrazione Comunale ha 30 giorni di tempo per effettuare i dovuti controlli e se necessario bloccare i lavori o richiedere che vengano adeguati alla normativa vigente.